RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - Dal “doppiofondo” alle case occupate delle “Ripe Rosse”

Genova, 21 dicembre 2009

Dal “doppiofondo” alle case occupate delle “Ripe Rosse”

FRANCESCA FORLEO

Chi sono, come vivono gli anarchici di oggi, così diversi da quelli del passato, quelli del circolo Ferrer, del circolo Malatesta di Pegli? Quali sono i posti in cui si incontrano, si confrontano, trascorrono giornate e serate? È una storia che parte da lontano. E vale la pena fare un passo all’indietro per scoprire l’oggi. I primi passi a InMensa, il centro sociale di Bolzaneto che per anni ha rappresentato la saldatura di due aree antagoniste: quella anarchica e quella dell’Autonomia. Esperienza che poi si concluse con la scissione nelle due componenti. Una saldatura sembra, però,essersi ricreata oggi, soprattutto su temi come il Pacchetto Sicurezza, che vedono spesso affiancati anarchici e studenti. Non c’è più una divisione che negli anni ha determinato anche malumori e dissidi, anche con la sinistra,anche con quella radicale, anche se di fatto i luoghi d’incontro sono diversi. Dall’InMensa in poi sono trascorse le esperienze del Borgo Rosso, dell’Assemblea antifascista. Quasi contemporaneamente sono arrivate le Ripe Rosse. Un gruppo di case isolate e occupate nel comune di Neirone, alle spalle di Chiavari (nella foto). Un’esperienza che dura ancora oggi. Per chi ha fatto la scelta più determinata, sono spesso l’unico rifugio per trascorrere la notte. Ancora dopo è arrivato l’Unpalumpen, anche questo chiuso.
Oggi il Doppiofondo di vico Spinola e il Grimaldello di via della Maddalena. C’è il gruppo che si firma semplicemente “Anarchici” e che propone la sua “Critica al sapere”. Gli “Antiautoritari/e”. Più vicini ai movimenti dell’Onda e di Aut Aut nell’ambiente universitario. E poi il gruppo più venato di politica, più vicino all’autonomia, che rivendica la sua vicinanza a Gianfranco Zoja ,arrestato con l’accusa di terrorismo, e propone la Costruzione del Soccorso Rosso anche in Italia.
I più giovani, i giovanissimi, si raccolgono al Grimaldello. Si definiscono «uno spazio autogestito e autofinanziato che cerca di contribuire a una critica radicale attraverso libri, presentazioni e discussioni ». E spiegano: «Siamo convinti che non si mette in discussione il dominio, se non si parte dalla critica della vita quotidiana. Speriamo che ogni momento e situazione vissuti al Grimaldello diventino occasione di incontro in vista di una trasformazione dell’esistente».
Poi c’è il Doppio fondo, che raccoglie un pubblico di età superiore ma anche più giovani. E che, scrivono: «Necessita di proposte, critiche, stimoli, non di clienti!». Ancora: «Un luogo tra i vicoli di Genova in cui incontrare persone interessate al confronto, allo sviluppo di percorsi di autogestione e di critica alle istituzioni e al sistema di sfruttamento ». La sera, dopo gli incontri, si torna a casa. O alle Ripe. O in quegli appartamenti, ormai affittati in maniera del tutto regolare, da molti che si riconoscono nell’area anarchica e insurrezionalista. Il modo più semplice per non farsi cacciare da Genova, e avere una residenza ufficiale.